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registro: 02/10/2013
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«salentoterapia

Dal Mondo. In realtà anche Biagio Antonacci lo aveva detto nella canzone diventata un tormentone della scorsa estate: per superare la delusione per la  fine di una storia importante il segreto è fare un giro nel Salento. “Non vivo più senza te, anche se, anche se con la vacanza in Salento ho fatto un giro dentro me” intonava il cantautore milanese in quel brano che ha regalato alla Puglia tutta una sfacciata e quanto mai gradita dichiarazione d’amore “in cartolina”. Era, infatti, proprio in questo lembo di terra che l’artista italiano era riuscito a superare la solitudine che si prova inesorabilmente dopo una “rottura”.

Ora un’altra conferma arriva da alcuni illustri scienziati dell’Università teulandese di Dorckenstein che, in un recente studio appena pubblicato, rivelano di aver fatto una scoperta sensazionale sul fronte delle terapie benefiche in medicina alternativa, per la salute fisica e mentale dell’uomo. Una serie di grafici, pagine e pagine scritte dai ricercatori da cui si evince un unico inequivocabile dato scientifico: la permanenza, anche solo per pochi giorni, su un particolare lembo di territorio italiano, e precisamente sulla penisola a sud della Puglia conosciuta con il nome di Salento, apporta un considerevole beneficio terapeutico a carico di alcuni apparati funzionali (circolatorio, respiratorio, digerente, etc.) e a favore dell’equilibrio psico-somatico.

Un campione di oltre 5mila turisti che hanno trascorso, in ogni stagione dell’anno, un periodo dai 3 ai 20 giorni presso una delle diverse rinomate località dislocate sull’intero territorio salentino, sia sulle coste bagnate dai due mari che sui territori nell’entroterra della penisola è stato sottoposto ad accurati esami e test di vario genere ed il dato sorprendente è che al termine di tutti i controlli il 98,8% ha riportato risultati clinici positivi che dimostrano una notevole miglioria sul fronte del benessere.
La scoperta della nuova cura naturale, battezzata dagli scienziati con il nome di “salentoterapia”, è ora all’esame dei maggiori centri internazionali di medicina alternativa per l’inclusione nei protocolli ufficiali. Il passo successivo ora è quello di comprendere quali sia la fonte o le fonti che risultano maggiormente responsabili dei risultati riscontrati.
Vi sono diverse scuole di pensiero. Dagli esperti di cromoterapia i quali ritengono che sia la particolare alchimia di colori offerti allo sguardo del visitatore a generare l’effetto benefico. Pare, infatti, che l’accostamento dei rossi della terra, dei verdi della vegetazione mediterranea, dei blu dei mari e dell’argento degli alberi d’ulivo sviluppi una tonificante sensibilità percettiva.

Altri invece sostengono che sia la particolare miscela dell’aria che si respira ad apportare i riscontri positivi alla salute, adducendo che l’ossigeno ricco di iodio sprigionato dal particolare ed unico incontro tra il mare Adriatico ed il mare Ionio, unito all’ossigeno dei vasti uliveti e vigneti diffusi nell’entroterra generano una fusione di elementi tale da indurre un sensibile benessere alle vie respiratorie.

Altri ancora sono giunti alla conclusione che il maggior beneficio è apportato dalle numerose e diffuse testimonianze di arte presente sul territorio. Come se fosse la vista delle particolarissime e ricche elaborazioni barocche che vestono palazzi ed edifici religiosi, insieme alla scoperta degli oggetti tipici dell’artigianato locale, che trova la sua quintessenza nella lavorazione della cartapesta e della pietra leccese, a donare all’ospite un senso profondo di benessere.

Infine, ci sono i sostenitori “dinamici”, ossia coloro che ritengono che sia invece la musica ed i balli rituali della zona a contaminare con influssi terapeutici chiunque ne venga a “contatto”. In particolare sostengono che anche il solo assistere ad una tipica ronda impegnata a suonare in gruppo ed a danzare la pizzica può immediatamente influenzare positivamente lo spettatore, mentre ritengono che il beneficio ricevuto possa essere addirittura dieci volte superiore se, anziché semplicemente assistere al ballo, vi si partecipa in prima persona.

Come spesso accade, probabilmente nessuna delle teorie risulterà in assoluto la più veritiera. Sarà forse il mix degli elementi a conquistare tutti? 
Insomma, mens sana in corpore sano, ma nel Salento!